La "House of Slaves" a Dakar è un edificio storico situato sull'isola di Gorée, al largo della costa della capitale del Senegal. Questa casa è diventata un simbolo potente della tratta degli schiavi transatlantica e del suo impatto sulla storia africana e afroamericana.
Costruita nel XVIII secolo, la "House of Slaves" era originariamente una residenza per i commercianti europei che operavano nella regione. Tuttavia, nel corso del tempo, l'edificio è stato trasformato in un luogo di detenzione temporanea per gli schiavi africani che venivano catturati e venduti ai mercanti di schiavi europei.
L'edificio è composto da due piani, con una serie di stanze che venivano utilizzate per separare gli schiavi in base al loro sesso, età e stato di salute. Le condizioni all'interno della "House of Slaves" erano estremamente precarie, con spazi angusti, scarsa ventilazione e igiene insufficiente. Gli schiavi erano costretti a vivere in queste condizioni disumane prima di essere caricati sulle navi negriere e trasportati attraverso l'oceano Atlantico.
Uno dei luoghi più toccanti all'interno della "House of Slaves" è la "Porta del Non Ritorno". Questa porta, situata al piano inferiore dell'edificio, era l'ultima tappa per gli schiavi africani prima di essere imbarcati sulle navi. Si dice che coloro che attraversavano questa porta non sarebbero mai più tornati nella loro terra natia, ma sarebbero stati condotti verso una vita di schiavitù e sofferenza.
Oggi, la "House of Slaves" è diventata un museo e un memoriale dedicato alla memoria degli schiavi africani e alla lotta per la libertà. All'interno dell'edificio sono esposti oggetti e documenti storici che raccontano la storia della tratta degli schiavi e delle sue conseguenze. Il museo è un luogo di riflessione e commemorazione, che invita i visitatori a confrontarsi con il passato e a riflettere sulle ingiustizie che sono state perpetrate.
La "House of Slaves" a Dakar è un luogo di grande importanza storica e culturale. Attraverso la sua architettura e le sue storie, l'edificio ci ricorda l'orrore della tratta degli schiavi e ci invita a impegnarci per un mondo più giusto e equo.